Per la prima volta nella storia della nostra Lega abbiamo dovuto aspettare l’ultima giornata per scoprire chi avrebbe vinto lo Scudo d’Oro. Il premio più prestigioso del nostro fantacalcio era sempre stato assegnato in anticipo nelle tre edizioni precedenti.
Gli ultimi novanta minuti della stagione sono stati necessari per certificare un trionfo di Aquilonia che per mesi era sembrato scontato e che era stato seriamente messo a repentaglio da un black-out che, tra la ventinovesima e la trentatreesima giornata, aveva visto i bianco-rossi dilapidare l’enorme vantaggio accumulato in precedenza su tutte le altre pretendenti.
I Crusaders avevano cominciato il Campionato col buon passo e con la sicurezza di chi sa bene che ha tutte le carte in regola per ambire alla vittoria finale. Avevano fatto sfogare le fughe in avanti di Koth prima, e di Zingara poi (le due grandi rivelazioni del torneo insieme alla Nemedia) per poi piazzare il sorpasso e l’allungo decisivo (almeno così sembrava) ai primi di marzo.
Ma quelle cinque sconfitte consecutive patite tra la fine del mese di aprile e l’inizio di quello di maggio, coincise con l’ennesimo infortunio di Zlatan Ibrahimovic e con un lungo digiuno di Romelu Lukaku, avevano rimesso in discussione tutto, consentendo ai rivali di Nemedia di passare momentaneamente in testa.
Solo grazie alle tre vittorie nelle ultime tre giornate, che portano tutte la firma dei veterani Kessiè e Quagliarella, la corazzata bianco-rossa è riuscita ad aver ragione dei rivali.
Aquilonia si è aggiudicata anche il secondo Elmo d’Oro della sua storia vincendo una Coppa di Lega dominata in lungo e in largo e portata a termine realizzando il record assoluto di punti nella storia del nostro fantacalcio.
Con questo successo i Crusaders diventano la squadra col palmares più ricco della nostra Lega. I bianco-rossi ora possono vantare ben cinque trofei contro i quatto della Stygia.
La Nemedia, pur delusa dall’esito finale dello sprint per lo Scudo d’Oro, può fregiarsi del titolo simbolico di grande rivelazione della stagione.
I Dragoni, accreditati agli inizi di poter concorrere al massimo per un sesto posto, hanno stupito tutti mettendo nella propria bacheca (che risultava ancora vuota) uno Scudo d’Argento e le Spade d’Argento.
Quella dei rosso-neri è stata una annata contraddistinta dalle ottime prestazioni di molti dei componenti della rosa. Il capitano Lorenzo Insigne, i veterani Pellegrini e Calhanoglu, gli atalantini Malinovskiy e Pessina (incredibilmente escluso da Mancini nelle convocazioni definitive per gli europei) e gli attaccanti Borja Mayoral, Nzola e Alexis Sanchez hanno offerto, quando chiamati in causa, il loro prezioso contributo alla causa nemediana conquistando tanti bonus e, quasi sempre, ottimi voti.
Le altre due grandi sorprese, come accennato qualche riga sopra, sono stati Smugglers e Steelers. Il finale di stagione non ha, però, avuto lo stesso sapore per entrambe.
Mentre Zingara, dopo ben tre anni, è riuscita a tornare sul podio mettendo in bacheca il secondo Scudo di Bronzo della sua storia, Koth si è dovuta accontentare di due “medaglie di legno“, finendo quarta sia in Campionato che in Supercoppa e rimanendo l’unica squadra della nostra Lega a non aver mai ottenuto un piazzamento tra le prime tre in nessuna delle competizioni disputate.
Sorprende come siano rimaste abbastanza in disparte sia la Stygia che la Corinthia, le due squadre che ci avevano tenuto col fiato sospeso nel finale della scorsa stagione andando a contendersi lo Scudo d’Oro nell’epico scontro diretto della penultima giornata (che decise la corsa in favore dei Wisemen). E questo nonostante un mercato estivo che le aveva viste entrambe ulteriormente rinforzate.
Le prestazioni di bianco-verdi e giallo-cerchiati sono state mediamente ottime. Le due franchigie sono giunte, rispettivamente, terza e seconda nella classifica di Coppa, quella che rendiconta in maniera più veritiera il valore delle squadre in quanto frutto della somma dei punteggi assoluti di tutta la stagione. Eppure qualcosa in Campionato non ha funzionato.
Corinthia ha come parziale scusante quella d’aver dovuto rinunciare per una buona parte dell’anno al contributo del più importante degli acquisti di questa estate, ovvero Osimhen.
Gli Ophidians hanno sofferto del medesimo problema dovendo rinunciare a Ciccio Caputo, partner ideale di Cristiano Ronaldo.
Nonostante tutto la Stygia, forte dell’Elmo d’Argento e delle Spade di Bronzo conquistate quest’anno, rimane la squadra capace di andare a podio con più regolarità. Gli Ophidians vantano un palmares da quattro successi (uno in Campionato, due in Coppa e uno in Supercoppa) e ben cinque piazzamenti.
I giallo-cerchiati, in pratica, sono finiti a podio in ben nove delle dodici competizioni disputate finora.
Rimane, comunque, l’incredibile destino di Cristiano Ronaldo, che finalmente si è portato a casa il tanto agognato Pugnale d’Oro (anche se ex-aequo con Ciro Immobile) ma che in tre anni con la maglia degli Ophidians non è riuscito a vincere neanche uno Scudo d’Oro.
E, molto probabilmente, questa appena terminata sarà stata l’ultima stagione. Se in estate dovesse partire, l’Hyboria League potrebbe essere l’unico campionato mai vinto dal portoghese nella sua carriera.
Discorso a parte meritano gli Argos Mariners.
Quella dei bianco-celesti è stata una stagione disastrosa rispetto alle premesse. Nell’anomalo doppio turno che aveva dato il via a questa strana annata condizionata dal Covid erano parsi una delle squadre più in forma. Il declino è cominciato, però, molto presto. Gli uomini guidati da Capitan Belotti hanno mestamente terminato il Campionato all’ultimo posto e la Coppa al settimo.
A salvare la stagione è arrivato, però, il primo trofeo della loro storia. I Mariners, infatti, sono riusciti a conquistare del Spade d’Oro di Hyboria, vincendo una Supercoppa condotta in vetta sin dalle prime due giornate.
Molto del merito va attribuito a Samir Handanovic (14 cleansheet), alla rocciosa difesa condotta con sapienza da Francesco Acerbi, e al capitano Belotti stesso che, pur annaspando col suo Torino in piena lotta retrocessione, è riuscito a conquistare ben sedici bonus Capitano, soprattutto nella prima parte della stagione.
L’estremo Est del mondo hyboriano non ha vissuto una stagione felice.
Se da un lato gli stenti di una Zamora dotata di una rosa di qualità nettamente inferiore a quella delle avversarie erano abbastanza prevedibili, stesso discorso non poteva esser fatto per Barbudos e Golden Shields.
Ophir, l’eterna incompiuta, squadra sempre in grado di lottare per i grandi traguardi mancandoli sempre di un soffio, questa volta è rimasta perennemente lontana dal centro del palcoscenico. E questo nonostante un attacco composto da Ciro Immobile, Dusan Vlahovic e Nwanko Simy.
I nostri errori in fase di stesura delle formazioni hanno sicuramente influito su parte dei risultati. Per troppo tempo non abbiamo dato molto credito al croato e, soprattutto, al nigeriano. Ma questo non può spiegare tutto. E’ stata il resto dell’orchestra a mancare.
Brythunia, campione in carica in Supercoppa, ha vissuto una stagione molto travagliata e segnata profondamente dall’addio del Papu Gomez, capitano storico della franchigia, e dal lento declinare a ruolo di panchinaro di lusso di Edin Dzeko.
Per i giallo-neri è stata una annata anonima, e solo la sorprendente vitalità del centrocampo (fantastica l’annata di Barella) ha consentito loro di poter provare a lottare per un posto sul podio in campionato fino all’ultima giornata.
Non possiamo non terminare questo pezzo d’analisi sulla stagione appena conclusa senza citare, ancora una volta, quello che rimane di gran lunga il giocatore più vincente della storia del nostro fantacalcio, ovvero Milan Badelj.
Il centrocampista croato, vero e proprio talismano della nostra Lega, con i successi in Campionato e Coppa ha messo in bacheca il settimo e l’ottavo trofeo della sua carriera hyboriana. E potrebbe vincerne ancora se verranno confermate le voci di mercato riguardo una sua permanenza al Genoa (e quindi ai Crusaders) anche per la prossima stagione…