Abbiamo vinto gli Europei di calcio a Wembley contro l’Inghilterra. Questa cosa, da sola, potrebbe essere sufficiente a farci campare di rendita per un paio di decenni buoni. La goduria per un’impresa del genere non si stempererà tanto rapidamente. Sono passati già cinque giorni e io mi sento ancora completamente sbronzo.

Ma quanto durerà questa sbornia? Sarebbe bene riprendersi subito e razionalizzare perché il calendario del prossimo anno degli azzurri sarà fittissimo.

C’è da preparare i mondiali in Qatar. Il girone non è dei più complicati ma occhio a non fare fesserie. Potrebbe bastare sbagliare una partita (guai a sottovalutare la Svizzera di Petkovic) per inguaiarsi ed essere costretti subito a rincorrere. Ed in mezzo ci sarà pure la final four di Nations League, cui non potremo più presentarci come quarto incomodo.

Il tutto si intreccerà ai fitti calendari delle competizioni per club che, nelle prossime due stagioni, lasceranno poco tempo ai giocatori per riposare sia il corpo che la mente.


Servirà un ulteriore bagno di umiltà. Bisogna essere ben consapevoli di un fatto: Euro 2020 ci ha visto vincere e non trionfare. Siamo stati la squadra che ha giocato mediamente meglio, ma senza una buona dose di fortuna non saremmo mai riusciti ad alzarla quella Coppa.

Il Mancio ha fatto un gran lavoro. Giochiamo bene e sappiamo cambiare pelle a gara in corso, a seconda delle necessità. Recuperati Zaniolo e Pellegrini, avremo ancor più qualità in un centrocampo che è già ora il cuore pulsante della squadra. La mediana è il nostro reparto migliore e, in genere, è proprio dal centro del campo che si parte nella costruzione di una squadra vincente (chiedere agli spagnoli oppure allo stesso Lippi).

Palleggio, riconquista, inserimenti. Sappiamo fare tutto bene. Non ci manca niente là in mezzo.


Poco più avanti, sulla trequarti, abbiamo un Chiesa straripante e nel pieno della gioventù. Se non ci fosse, dovrebbero inventarlo. Poi Insigne, ovviamente, e Berardi, entrambi un po’ troppo “umorali”, ma pur sempre capaci di colpi di genio in grado di risolverti una partita.

Le punte sono state la nota dolente della nostra spedizione.

In tanti hanno criticato Ciro Immobile e, anche il Gallo Belotti, quando chiamato in causa, non ha brillato più di tanto. Premettendo che, al termine di due stagioni così intense, un mese di calo può capitare a tutti, io credo che il problema principale di entrambi sia legato al fatto che non sono abituati a giocare in quel modo lì.

Le nostre due migliori punte sono attaccanti che hanno bisogno di spazio. Punte da contropiede che fanno tanta fatica quando c’è troppa densità negli ultimi venti metri. Abbiamo alternative? Al momento, francamente, non credo.

Questo avrebbe dovuto essere il decennio di Balotelli, ma sappiamo tutti com’è andata a finire.

Kean ha ottime potenzialità ma ha fatto incazzare il Mancio e, se fai incazzare il Mancio, poi la cosa non si risolve subito subito.

Ci sarebbe Ciccio Caputo, giocatore perfetto per questo 433, se non altro per il fatto di aver giocato col medesimo modulo per tanti anni. Ma voi vi immaginate se dovessimo presentarci ai mondiali con la punta titolare che gioca nel Sassuolo? Idem per Raspadori, sperando che diventi un fenomeno prima di adesso.

Potrebbe sembrare una bella gatta da pelare ma se guardiamo all’Europeo appena trascorso balza immediatamente all’occhio come noi si sia stati capaci di vincere di nuovo pur senza un goleador. Proprio come nei mondiali del 2006, i nostri migliori marcatori (Chiesa, Immobile, Locatelli, Insigne e Pessina) hanno segnato appena due reti ciascuno.


Ed infatti io credo che il nostro problema principale non sia quello di trovare un vero bomber, bensì quello di trovare linfa nuova per la nostra difesa.

Donnarumma starà lì per i prossimi quindici anni, a meno che Raiola non gli dica di non giocare con la nazionale (perché lui fa solo quello che dice Mino). Esterni ne abbiamo tanti. Sono tutti relativamente giovani e tutti hanno dimostrato di essere in grado di giocare anche a questi livelli. Ma i centrali?

Osannati per un europeo fenomenale, Chiellini e Bonucci in Qatar avranno settantatré anni in due. Dopo la vittoria di Wembley in molti parlano della possibilità di aprire un ciclo. Ma si può davvero aprire un ciclo con due difensori centrali che viaggiano verso i 40? O questo ciclo rischia di nascere già zoppo?

Il loro ruolo è di vitale importanza ma io non vedo, al momento, giocatori pronti per sostituirli degnamente.

Senza di loro tutto sarebbe stato tremendamente più difficile come ha riconosciuto, giustamente, anche Gigio Donnarumma, premiato come miglior giocatore del torneo ma che deve, almeno dal punto di vista morale, condividere questo riconoscimento con la rocciosa coppia bianconera.

Siamo l’Italia e, pur avendo imparato a “dominare il gioco”, senza due difensori centrali di verificata affidabilità, temo che non riusciremo ad andare troppo lontano. La stessa Spagna del ciclo d’oro non avrebbe vinto tre titoli consecutivi senza Piquet, Ramos e Puyol nel fiore dei loro anni.

Acerbi ha anche lui 33 anni. Romagnoli sta attraversando un lungo momento di involuzione che sembra lungi dal terminare. Bastoni ha ottime prospettive, ma e’ solo, come la particella di sodio nella pubblicità dell’acqua Lete. Da molti anni, ormai, le nostre big, per quel ruolo, stanno attingendo a piene mani dai campionati stranieri: Smalling, Kjaer, de Ligt, Koulibaly, Skriniar, de Vrij, Romero, Tomori, Djimsiti, Ibanez…solo per citarne alcuni.

Ho l’impressione che il nostro commissario tecnico debba prendere questo toro per le corna sin da subito per rendere la vittoria di Wembley un punto di partenza e non un punto d’arrivo. Vedremo cosa riuscirà ad inventarsi…