Non è stata una tragedia come il Saul di Vittorio Alfieri ma l’amaro in bocca rimane. Quasi un’ora di un’ottima Italia in tutti i suoi effettivi (Petagna a parte) non sono bastati per aver ragione di una Spagna nettamente superiore dal punto di vista tecnico e notevolmente più matura. La corretta distanza tra i reparti, le chiusure puntuali di difensori e centrocampisti sulle (poche) sbavature, il pressing e la concentrazione hanno fatto sì che gli azzurri potessero giocare per un’ora intera alla pari con le furie rosse.
Poche le occasioni nel primo tempo. Migliori le nostre tra l’altro. Enorme quella capitata sui piedi di Pellegrini al 21° minuto. Poi, in avvio di ripresa, su un’uscita un po’ molle della nostra retroguardia, Saul fredda Donnarumma con una prodezza: stop di destro e sinistro ad incrociare sul palo lontano. Cose che, fatte da Dybala, te le farebbero vedere e rivedere centinaia di volte per i mesi a seguire. Qualcuno dei nostri accusa il colpo. Gagliardini è fra questi e, pochi minuti dopo, si fa cacciare per uno fallo inutile che, sapendo di avere già un giallo sulle spalle, non dovresti mai e poi mai commettere. La situazione sembra precipitare ma la Spagna decide di concederci un’altra chance: Bernardeschi prende palla sulla destra e si accentra quasi senza incontrare resistenza. Il suo sinistro, deviato fortuitamente, finisce in fondo al sacco. 1-1. Purtroppo l’illusione dura poco perché Saul ci colpisce di nuovo a freddo. Un altro bel sinistro, angolato ma non irresistibile, che si insacca alle spalle di Donnarumma. E’ la resa. Nel giro di qualche minuto arriva la tripletta personale del numero 8 iberico che chiude la partita. Alcuni degli azzurri continuano a pressare come forsennati per spezzare il torello ma è tutto vano. Pellegrini ha di nuovo sui piedi la palla per riaprire il match all’89° ma arriva al momento del tiro con le pile scariche e non riesce a fare altro che passarla al portiere. L’avventura finisce qui.
Il passivo non deve ingannare. Questa nazionale, se gioca come la prima ora, può competere con tutti. Pur essendo ancora un gradino sotto, siamo quasi pronti. Lo spirito è quello giusto. I piedi pure ci sono. Bisognerebbe evitare le fesserie alla Gagliardini (che tra l’altro fino a quel momento aveva giocato una signora partita). Ma questa è una questione di testa. E l’età e l’abitudine a competere ad alti livelli contano. Quanti dei nostri hanno mai giocato una partita di Champions League? Rugani ne ha viste un po’ dalla panchina. Gli altri grasso che cola se ne hanno giocata qualcuna in Europa League. E si vede. Per molti di loro è solo questione di tempo. Noi, per quel che ci riguarda, li aspettiamo tutti per la prossima stagione di fantacalcio.
Vi lascio agli highlights pubblicati sul canale youtube di Legionario Decimo e al tabellino:
IL TABELLINO
SPAGNA (4-3-3):
Kepa; Bellerin, Meré, Vallejo, Jonny; Dani Ceballos (88’Oyarzabal), Saùl, Llorente; Asensio, Sandro (78′ Williams), Deulofeu (82′ Denis Suarez).
A disp: Blanco, Pau, Gayà, Mayoral, Suarez, Merino, Odrizola, Soler, Hernandez, Gonzalez. All.: Albert Celades.
ITALIA (4-3-3):
Donnarumma; Calabria, Caldara, Rugani, Barreca; Gagliardini, Pellegrini, Benassi (87′ Garritano); Chiesa (61′ Locatelli), Petagna (72′ Cerri), Bernardeschi.
A disp: Cragno, Scuffet, Pezzella, Ferrari, Biraschi, Cataldi, Grassi. All.: Luigi Di Biagio.
Arbitro: Slavko Vincic (Slovenia)
Marcatori: 53′,65′,74′ Saùl (S), 62′ Bernardeschi (I)
Ammoniti: Benassi, Gagliardini, Calabria, Cerri (I)
Espulsi: Gagliardini (doppia ammonizione) (I)