Non sono un complottista. Non lo sono mai stato. In genere tendo a pensare che il pressappochismo, l’incompetenza e i piccoli interessi di bottega facciano molti più danni di presunti manovratori occulti. E quello che è accaduto ieri al Campionato di calcio italiano puzza proprio di pressappochismo, incompetenza e piccoli interessi di bottega.
All’inizio della settimana s’era presa la decisione più razionale. La nostra Serie A avrebbe dovuto andare avanti nonostante l’emergenza coronavirus. Non perché l’epidemia fosse da sottovalutare, ma perché i fitti calendari del mondo del calcio lo imponevano. Non c’è spazio per recuperare troppe partite, è del tutto evidente. L’unico modo di salvare la stagione era quello di giocare a porte chiuse tutti i match ritenuti di volta in volta più a rischio dalle autorità competenti cercando di condurre la nave in porto e con la consapevolezza che la situazione sanitaria potrebbe non risolversi in tempi brevi o che, addirittura, potrebbe aggravarsi. Con la marcia indietro di ieri mattina si è stabilito un precedente pericolosissimo.
Si è concesso a cinque squadre di non disputare gli incontri casalinghi di questa giornata a porte chiuse. Queste squadre potranno così preservare almeno parte dei futuri incassi che ne dovrebbero derivare. Inoltre avranno la possibilità di giocare suddetti incontri a maggio, accompagnati dal tifo dei propri supporters. Tutto bello. Bellissimo. Ma cosa accadrà la settimana prossima? La settimana prossima sarà inevitabile fare la stessa concessione a tutte le altre squadre che dovessero fare la medesima richiesta. Perché Inter, Verona, Bologna, Torino, Spal e Atalanta non dovrebbero pretendere lo stesso trattamento? Senza parlare del fatto che in Serie B si sta continuando a giocare regolarmente…e tutti muti.
La Lega si è comportata come uno sciagurato sciatore fuoripista, che percorre a zig zag sentieri inesplorati e pericolosi creando i presupposti per una valanga che potrebbe seppellire l’intera stagione 2019-2020. Oppure voi credete che tra un paio di giorni l’emergenza passi e si possa tornare alla normalità? Tutto è possibile, ma pare veramente difficile che entro sabato prossimo si possano riaprire allegramente tutti gli stadi della Serie A. Anzi…
Qualche genio nei giorni scorsi ha affermato che si potrebbe sfruttare la pausa delle nazionali di fine marzo annullando le “inutili” (così le ha definite) partite della banda di Mancini. Ipotizzando pure, con tutto l’ottimismo del caso, che entro fine mese il coronavirus sia tornato nel libro degli incubi dal quale è venuto fuori, probabilmente ci si dimentica di una cosa importante: Lukaku, Ronaldo, Milinkovic-Savic e Dio solo sa quanti altri giocatori del nostro campionato, non indossano la maglia azzurra. Vogliamo recuperare le partite senza di loro? Oppure crediamo che tutto il mondo possa fermarsi per farci giocare uno Spal-Cagliari, un Bologna-Juventus o un Inter-Sassuolo? Ma siamo seri per favore.
Ormai il danno è fatto e non si può tornare indietro ma questa pagliacciata rischia di costarci molto cara. Non è una questione di campionato falsato. Qua è una questione di buon senso e razionalità. Cose sconosciute in un paese in cui regnano il pressappochismo, l’incompetenza…e i piccoli interessi di bottega.